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![]() Tweet FATIMIDI Dinastia araba sciita che regnò tra il IX e il XII secolo dapprima in Africa settentrionale e poi in Egitto e nel medio Oriente. Sorse in Tunisia per opera di Ubaidallah (? - 934), esponente del movimento ismailita e sedicente discendente di Maometto attraverso Fatima, il quale, proclamatosi Mahdi, ottenne l'appoggio di alcune bellicose tribù berbere. Abbattuto il potere degli Aghlabiti, Ubaidallah si spinse a ovest occupando il territorio dei Rustamidi sino a minacciare gli Idrisiti del Marocco. I successori di Ubaidallah, proclamatisi califfi in sfida agli Abbasidi di Baghdad, avviarono una campagna di conquiste che culminò con l'occupazione dell'Egitto (969) ove decisero poi di trasferirsi lasciando i loro possedimenti maghrebini in affidamento alla dinastia vassalla degli Ziridi che si sarebbe in seguito ribellata. Fatta del Cairo la loro capitale, toccarono l'apogeo tra la fine del X e gli inizi dell'XI secolo quando, con l'occupazione della Siria, formarono il maggiore stato musulmano del Mediterraneo. La loro decadenza iniziò alla fine dell'XI secolo e fu caratterizzata da sanguinose discordie intestine, nonché dalla progressiva perdita dei possedimenti sotto l'incalzare dei crociati. Proprio la minaccia crociata convinse alla fine i califfi Fatimidi a chiedere aiuto agli emirati curdi e turchi che si stavano affermando in Siria. A uno di questi apparteneva Salah ad-Din che, deposto l'ultimo sovrano fatimide al-Adil (1160-1171), proclamò solennemente l'abolizione del califfato sciita in Egitto restituendo il paese all'ortodossia sunnita e inaugurandovi la dinastia degli Ayyubiti. I Fatimidi, ritenuti eretici dalla maggior parte dei musulmani, furono, a eccezione dell'eccentrico al-Hakim, tolleranti verso cristiani ed ebrei. |
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